L’acqua di risorgiva continua a sgorgare in molteplici polle dalle fratture della roccia, le sabbie ribollono sul fondo del laghetto costellato di isolette e chiuso da verdi sponde ombreggiate da salici piangenti e pioppi. Celebrate anche da Plinio il Giovane, queste fonti divennero luogo di delizie con una precocissima valorizzazione turistica: dove adesso è pace e silenzio, sorgevano ville patrizie, terme pubbliche e addirittura un albergo.
Anche le proprietà benefiche e curative delle sorgenti minerali umbre sono rinomate da millenni e oggi vengono utilizzate sia per cure idropiniche nei centri termali che per l’imbottigliamento. Tra le più note acque curative c’è quella di San Gemini, dotata di proprietà che la rendono particolarmente indicata per l’infanzia, mentre la sorgente Fabia è mediominerale.
Vicino a Città di Castello, le Terme di Fontecchio hanno acqua mediominerale sulfurea impiegata anche per fanghi e inalazioni.
Le Terme del Cacciatore, presso Nocera Umbra, utilizzano le acque di una sorgente oligominerale, mentre le Terme di San Faustino a Massa Martana sfruttano l’acqua minerale naturale che sgorga in bel contesto ambientale sulla destra del torrente Naia.
Il centro idrotermale di Acquasparta valorizza la sua sorgente oligominerale naturale nello scenario dolce e riposante dei colli dell’Amerino.
Assisi fa da eccezionale ambientazione alle Terme oligominerali di Santo Raggio.
Da un’aspra fossa dei monti di Gualdo Tadino sgorga la sorgente Rocchetta, imbottigliata nel vicino stabilimento: poco lontano si apre la valle del Fonno, tra i più affascinanti solchi fluviali dell’Appennino umbro. Nel comune di Sellano, nell’alta Valnerina, si trova la sorgente Tullia che sgorga nei pressi di un suggestivo monastero benedettino.